Le parole sono pietre, e ne basta una sbagliata per affossare una persona. Specialmente se combatte con la depressione.
Chi ha avuto a che fare direttamente o indirettamente con la depressione – e purtroppo è successo a tantissimi di noi – sa quanto possa essere devastante questo male oscuro. Una persona depressa non si salva da sola, ma è difficile anche da aiutare: basta una parola sbagliata, anche se detta a fin di bene, per creare una barriera impenetrabile di diffidenza e incomunicabilità.
Il caso classico è quello di chi, per dare una “scrollata” a un familiare o un amico particolarmente giù di tono, lo esorta a uscire, divertirsi e sorridere alla vita. L’effetto sarà solo quello di far sentire il proprio interlocutore ancor più triste, solo e a disagio. Idem se si cerca di sdrammatizzare la situazione tirando in ballo chi sta peggio e ha problemi più gravi di lui o lei. La depressione è un problema molto serio e i suoi sintomi non vanno mai minimizzati.
Il giusto tatto con chi è in preda alla depressione
Benché sia difficile da accettare, la depressione non dipende da una mancanza di forza di volontà: è una malattia che logora dentro e porta a un radicale mutamento dello stile di vita di chi ne è affetto. La persona depressa non ha più desiderio di nulla e non riesce a fare nulla: è come se fosse bloccata da una forza invisibile che rende insostenibile tutto.
Ma in uno scenario così cupo c’è anche uno spiraglio di speranza. Aiutare una persona cara che soffre di depressione può facilitarne il processo di guarigione. L’importante è adottare un approccio informato e consapevole e muoversi con molto tatto, cercando di dire sempre le parole giuste al momento giusto, e non una di più, non una di meno.
Frasi come: “Devi darti una smossa, devi reagire”, “Non devi star lì a commiserarti, a piangerti addosso”, “Sono tutte tue fantasie”, “Devi crescere, non devi fare la vittima” e “Non ti manca nulla per essere felice” sono sicuramente controproducenti e non faranno altro che allontanarci dalla persona che intendiamo aiutare, peggiorando il suo stato d’animo.
Piuttosto, se proprio non riuscite a trattenervi, puntate sulla tecnica del paradosso: se il depresso si lamenta, invece di tirarlo su, provate a mostrarvi più negativi di lui, usando toni di esagerato pessimismo sulla vita e i rapporti umani. A volte si innesca quella che gli psicologi chiamano “inversione dei ruoli” e, strano ma vero, l’umore del soggetto depresso migliora.