Un’infezione di streptococco è da curare adeguatamente, ma non bisogna farsi prendere dal panico e agire in modo sbagliato. Seguiamo questi consigli.
Da quando abbiamo vissuto la pandemia da Covid probabilmente siamo un po’ più impauriti tutti quanti. Chi ha bambini piccoli, poi, può essere ancora di più in apprensione, ed è un fatto normale.
Dal Covid ci siamo difesi coi vaccini, ma le altre malattie non sono “andate in pensione”, anzi. Forse proprio l’isolamento, l’uso continuativo delle mascherine e il troppo gel disinfettante hanno abbassato le difese immunitarie, anche dei più piccoli.
Non a caso quest’anno si è registrato un vero e proprio “boom” di casi di scarlattina, una malattia esantematica che colpisce i soggetti in età scolare ed è dovuta ad un batterio della famiglia degli streptococchi.
La scarlattina è una malattia che può spaventare, visto che dà febbre alta e la comparsa di macchioline in tutto il corpo, ma è anche vero che si può curare con gli antibiotici, ovviamente dopo che il soggetto è stato visitato da un medico e/o pediatra.
Oggi, dopo la pandemia da Covid, abbiamo più mezzi per tutelare la nostra salute, come ad esempio i tamponi faringei o salivari. In farmacia ne esistono anche per rilevare la presenza di streptococchi.
Viene naturale, quindi, fare un’analisi per capire se i sintomi che ha nostro figlio o un nostro caro sono derivanti da infezione da streptococco. Questi batteri, però, non causano solamente la scarlattina ma anche altri disagi alla salute, come il “normale” mal di gola.
Se abbiamo il sospetto di un’infezione, magari perché nella classe di nostro figlio ci sono stati dei casi, è sempre meglio andare dal pediatra piuttosto che ricorrere al fai-da-te. Dopo l’esito positivo del tampone potrebbe infatti venire l’idea di somministrare un antibiotico, per evitare magari la forma grave della malattia da streptococco.
I medici e i pediatri, però, sconsigliano questa pratica, e per diversi motivi. Prima di tutto se un soggetto risulta positivo allo streptococco non è detto che a breve si ammalerà. Anzi, 1 su 4 è portatore sano e non svilupperà la malattia. Inoltre chi è asintomatico, anche se ha il batterio, non contagia gli altri. Dunque una cura preventiva con l’antibiotico causerà solamente danni, e anche di vario tipo.
Innanzitutto la cura antibiotica può abbassare le difese immunitarie e non è una terapia che si può adottare con leggerezza; solamente il medico, se lo ritiene necessario, può prescrivere un antibiotico.
Inoltre l’abuso di antibiotici sta favorendo l’aumento di un fenomeno preoccupante, ovvero l’antibiotico-resistenza. Significa che i batteri si stanno “abituando” ai farmaci e non ne sentono più l’effetto. Ciò significa che le malattie che adesso possiamo sconfiggere con questo tipo di medicinali potrebbero tornare ad essere molto più aggressive e mortali, in tutta la popolazione, sia pediatrica che adulta.
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