La villa di Arcore è diventata famosa grazie all’ex premier Silvio Berlusconi. Tuttavia la storia della villa nasconde ben altri misteri.
Nel mondo della politica italiana ci sono stati diversi personaggi controversi. Tuttavia fra tutti primeggia il nome e la persona di Silvio Berlusconi. In questi giorni a causa del suo ricovero non si fa che parlare di lui e delle sue precarie condizioni di salute. Tuttavia sembra essersi riaccesa la curiosità anche su eventi riguardanti la sua vita.
Berlusconi è stato per prima un self made man, insomma una persona in grado di costruire un impero imprenditoriale. Il settore immobiliare e quello dell’editoria sono stati i suoi cavalli di battaglia per tutta la sua carriera. Una carriera imprenditoriale talmente florida da portarlo ad affacciarsi nel panorama politico nel lontano 1994. In un’epoca particolarmente difficile per l’Italia, l’ascesa di Berlusconi sembrò quasi qualcosa di positivo. A sentirlo parlare nel 1994, Berlusconi sarebbe entrato in politica per amor di patria e senso di responsabilità.
Non sta a noi giudicare i fatti politici perpetrati da Berlusconi, ma c’è da dire che sulle questioni umane si ci può pronunciare. Il nome di Berlusconi è stato legato a lungo a festini a luci rosse nella villa di Arcore. Vicende che collegano l’ex prermier ad un traffico di sfruttamento della prostituzione. Sulla storia di Villa San Martino c’è molto da dire, e non tutti sanno di chi fosse prima che arrivasse nelle mani di Berlusconi.
Villa di Arcore: dal delitto Casati Stampa ai festini a luci rosse
La vita di Berlusconi è stata segnata dal successo sul piano imprenditoriale, quanto dalla smisuratezza nella vita privata. Gli eventi di Arcore hanno aperto un vaso di pandora dal quale è uscito non poco marciume sul suo conto. Villa San Martino, nome della residenza di Arcore, in precedenza era di proprietà di altre persone.
Non tutti lo sanno ma faceva parte dell’immenso patrimonio della famiglia Casati Stampa. Si tratta di una famiglia di illustre tradizione nobiliare, il cui nome tuttavia è noto anche per una vicenda di cronaca nera avvenuta nel 1970. Il 30 agosto di quell’anno, infatti, si verificò un drammatico omicidio suicido. Il marchese Camillo Casati Stampa uccise sua moglie Anna Fallarino ed il giovane amante di lei, Massimo Minorenti.
Casati Stampa e Fallarino erano due coniugi dalle abitudini piuttosto insolite. Il marchese amava vedere sua moglie in atteggiamenti intimi con altre persone. Difatti era lui stesso ad incitarla ad avere rapporti extraconiugali con altri uomini. Tuttavia nel momento in cui nella vita della donna entra Minorenti la mentalità di Casati Stampa cambiò. Inaspettatamente non provò più piacere ma gelosia nel vedere la consorte in compagnia di altri uomini.
La sua furia esplose il 30 agosto 1970 quando decise di porre fine alla vita di tutti e tre. Con la morte del marchese tutti i suoi averi passarono nelle mani della sua figlia di primo letto, AnnaMaria. Quest’ultima, però, all’epoca dei fatti aveva appena diciannove anni, e dunque risultava minorenne. Pertanto fu affidata ad tutore, ovvero Giorgio Bergabasco.
Tuttavia qualche anno dopo la giovane ereditiera, trovandosi in difficoltà economiche, fu costretta a mettere in vendita la dimora. Silvio Berlusconi, all’epoca imprenditore influente, decise di acquistare la villa della famiglia Casati Stampa situata nel comune di Arcore. Così da un omicida- suicida di illustre tradizione nobiliare la bellissima dimora passò nelle mani di uno dei uomini più discussi della storia contemporanea italiana.