Chi ha avuto almeno una volta nella vita un animale domestico sa quanto ci si possa affezionare. Alla sua morte superare il lutto può non essere semplice.
Il rapporto che si instaura con il proprio animale domestico è spesso fortissimo, al punto tale da considerarlo come un vero e proprio componente della famiglia. Per alcuni diventa difficile separarsene anche solo per qualche ore per motivi di lavoro, nonostante questo possa essere evidentemente necessario.
Anzi, alcuni arrivano a progettare le vacanze in posti dove sia accettato, in modo tale da condividere più tempo possibile e fare in modo che possa stare bene. A questo si affiancano non solo i normali controlli dal veterinario, ma anche un’attenzione particolare nella cura della sua alimentazione, che può comprendere anche cibi specifici qualora dovessero emergere eventuali intolleranze o allergie.
Coinnvolgere il proprio animale domestico nella propria quotidianità è più che naturale, cane o gatto che sia. Non a caso, molti sanno bene come siano più sensibili delle persone, in grado di percepire quando noi stiamo male.
Emblematica, ad esempio, era stata la testimonianza della giudice di “Ballando con le stelle” Carolyn Smith, che si era accorta che qualcosa al suo seno non andava (le hanno poi diagnosticato un tumore che sta ancora combattendo) nel momento in cui i suoi cagnolini sembravano stare troppo vicini a quella parte del corpo. Addirittura ci sono tanti dei nostri amici a quattro zampe che si recano anche al cimitero nel momento in cui il loro padrone muore.
Molto spesso, però, sono le persone a dover sopportare la loro perdita, consapevoli di come la nostra vita sia decisamente più lunga della loro. Ed è proprio per questo l’aspetto che fa più male a chi li ama così tanto.
Chi ha affrontato la perdita del proprio animale domestico sa bene come si possa stare male, al punto tale da paragonarla a un vero e proprio lutto. Solo chi non sa quanto queesto legame sia importante può arrivare a sottovalutarlo e a pensare che possa essere accettato nell’arco di qualche giorno. “Erano solo un cane o un gatto“, è la classica frase che spesso si sente dire da chi non li ama particolarmente.
Quello che si prova quando uno di loro non è più con noi, come confermano molti psicologi, è del tutto paragonabile alla perdita di una persona cara, al punto tale che c’è chi ci mette anni a metabolizzarlo. Forse l’unica differenza è data dalla possibilità di prendere un altro cucciolo e dare loro amore, pur sapendo che questo non significa sostituire chi è scomparso.
A volte ci sono poi delle situazioni che rendono più difficile accettare la situazione. Alcuni, ad esempio, ritengono insopportabile doverlo sottoporre all’eutanasia, nonostante spesso sia un atto d’amore che viene fatto per non farlo più soffrire se soffre di una malattia incurabile. Altri, invece, ritengono peggiori le morti improvvise, proprio perché inaspettate. C’è chi fatica a riprendersi anche quando il proprio amico è ormai anziano ed è arrivato come tutti alla fine del proprio ciclo di vita.
Non si dovrebbe avere vergogna nemmeno di chiedere un aiuto da parte di un professionista se si pensa di soffrire troppo. Tutti loro sono concordi su cosa fare in questi casi per provare a superare il dispiacere, ci sono dei passi che non si dovrebbe dimenticare di fare:
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