I danni da vaccino sono purtroppo una normale conseguenza di un tipo di medicina preventiva non da tutti apprezzata. Cambiano i dati da parte della Consulta in riferimento alle tempistiche per chiedere il rimborso.
Attenzione, non stiamo parlando di Covid e delle recenti polemiche, ma di una legge che cambia in generale per quanto riguarda i danni legati al vaccino.
Il vaccino è di fatto un preparato biologico che ha lo scopo di procurare quella che viene chiamata immunità attiva contro un certo tipo di infezioni a chi viene inoculato. Ne abbiamo sentito parlare tanto in questi ultimi anni per la pandemia da Coronavirus, ma è sempre esistito. Ce ne sono alcuni che sono obbligatori fin dalle scuole da quando siamo bambini e sono tante le polemiche legate anche ai no-vax.
Non vogliamo entrare in merito alle basi mediche che siano giuste o meno, ma che non sono di nostra competenza. Oggi vogliamo parlarvi solo ed esclusivamente di legge e come cambiano alcune cose legate al momento presente. Ci troviamo di fronte infatti a una svolta legale che non tutti conoscono e che cambia un regolamento che non tutti conoscevano in precedenza. Andiamo però a leggere qualcosa da più vicino in maniera più netta e chiara.
I danni da vaccino e la legge
La Consulta ha dichiarato per i danni da vaccino incostituzionale il fatto che c’è un termine triennale di decadenza per l’indennizzo nei confronti del danno dalla conoscenza del soggetto che lo ha subito. Per questo la Corte Costituzionale, con la sentenza N.35 del 2023, depositata ieri, ha allungato i tempi per quanto riguarda la situazione. Si è sollevato dunque un dibbio riguardo all’articolo 3 della legge n.201 del 1992. La corte si è mossa per il caso dei genitori di una bimba danneggiata da vaccino contro il morbillo avevano chiesto indennizzo oltre il triennio dal manifestarsi del danno.
La Corte ha sottolineato come “l’effettività del diritto all’indennizzo impone di far decorrere il termine per la richiesta dal momento in cui l’interessato ha avuto conoscenza non solo del danno, ma anche della sua indennizzabilità, in quanto, prima di tale momento, il diritto all’indennizzo non è concretamente esercitabile”. Di fatto una soluzione differente andrebbe a vanificare il diritto medesimo e soprattutto garantito di fatto da principi costituzionali di solidarietà sociale e soprattutto sulla tutela della salute. Il danno vaccinale viene considerato un pregiudizio individuale sofferto al centro di tutta la collettività e dunque in questo caso ci si deve fare carico del danno anche oltre i tre anni in questione.
Di fatto il regolamento precedente non era stato quello di garantire i principi costituzionali di solidarietà sociale e anche per quanto riguarda la tutela della salute. Questo perché il danno da vaccino viene dunque considerato inalterabile dopo tre anni e successivamente ci si deve prendere carico dalla situazione. La Corte Costituzionale dunque si è trovata a esprimersi sul bene comune e dunque a tutelare oltre alla salute delle persone anche il loro diritto sotto diversi punti di vista. Il cambiamento è sicuramente molto importante da evidenziare nella tutela delle persone.