La morte del grandissimo poeta Dante Alighieri è ancora avvolta nel mistero. Tutto appare incredibilmente strano e pieno di domande.
Dante Alighieri è uno dei simboli della letteratura e della cultura italiana nel mondo, soprattutto per la Divina Commedia, che è considerata l’opera scritta più importante della Terra e della storia dell’umanità. Secondo gli storici, il Sommo Poeta è nato tra il 14 maggio e il 13 giugno del 1265 a Firenze, ed è morto tra il 13 e il 14 settembre nel 1321 a Ravenna.
Inoltre, è ricordato per essere il padre della lingua italiana, e anche uno dei maggiori scrittori che hanno segnato profondamente la letteratura. Tuttavia, la nascita e la morte di Dante sono ancora coperti dal mistero, poiché l’anno in cui è nato non è del tutto certo, mentre la sua morte nasconde ancora qualche dubbio.
Il mistero dopo la morte di Dante
Gli ultimi momenti di vita del Sommo Poeta furono piuttosto travagliati. Infatti, alcuni giorni prima di morire fu contagiato dalla malaria mentre passava per le Valli di Comacchio, che sono delle zone paludose dell’Emilia Romagna. Dopodiché, fu colpito da una febbre molto alta che lo portò alla morte all’età di 56 anni. Successivamente, furono organizzati dei sontuosi funerali, degni di un grande personaggio. In seguito, le sue spoglie vennero conservate a Ravenna, e nel ‘700 fu costruito un piccolo tempio che tuttora ospita i resti del Sommo Poeta.
Il luogo in cui riposa da tantissimi secoli è circondato da antichi chiostri Francescani, dalla Basilica di San Francesco, dal Quadrarco di Braccioforte e anche dal bellissimo Museo Dantesco. Tuttavia, c’è ancora un mistero che avvolge la morte del grande Dante Alighieri.
Quest’ultimo poco prima di morire affrontò un viaggio diplomatico a Venezia, e al suo ritorno si prese la spaventosa malaria. Pertanto, dopo il grandioso funerale, al quale parteciparono tantissime persone, autorità e i suoi figli, il corpo del Sommo Poeta fu collocato in un sarcofago in marmo e, poco dopo, venne trasportato in una zona esterna alla chiesa.
Tutto rimase così per circa 200 anni, anche se Firenze cercò di portare le spoglie del poeta in Toscana, ma non ci riuscì. Negli anni successivi ci fu addirittura un secondo tentativo, questa volta da parte del Papa Leone X, il quale essendo fiorentino voleva assolutamente il corpo di Dante nella sua Firenze.
Tuttavia, quando finalmente tutti si convinsero a lasciar partire il poeta, aprirono il sarcofago che conteneva i resti di Dante Alighieri e inspiegabilmente non trovarono niente. Successivamente, dopo anni di indagini, nel 1865 scoprirono una cassetta di legno all’interno di una parete.
Questa cassetta conteneva le ossa di Dante e aveva una scritta che diceva “Dantis ossa”. Oggi, la famosa cassetta di legno si trova nel Museo Dantesco. Ma per quale motivo cambiarono la posizione delle ossa di Dante? In realtà, i frati per evitare che i resti del grande poeta partissero verso Firenze nel 1519, decisero di aprire il sarcofago e di nascondere le ossa.