Dormire poco non fa bene al nostro organismo, specialmente se si tratta di una situazione che si protrae a lungo. Gli effetti non sono da sottovalutare.
Ognuno di noi può vivere momenti poco felici nel corso della propria vita, in cui le preoccupazioni possono essere più forti e il pensiero finisce sempre a quello che non funziona e si vorrebbe cambiare. Questo, inevitabilmente, può influire anche sugli altri aspetti della quotidianità: non a caso, se l’amore va male si può essere poco concentrati sul lavoro e viceversa.
Pensare che questa situazione riguardi pochi sarebbe un errore. Certamente chi ha un carattere emotivo vive peggio queste fasi e può arrivare a diventare più ansioso e ad avere sintomi quali nausea e mal di stomaco o addirittura a dormire poco. Correre ai ripari è comunque possibile, a condizione di non trascurare il problema.
La vita a cui sono sottoposti molti di noi porta a subire notevoli pressioni, specialmente quando si è chiamati a dare il massimo sul lavoro o si hanno responsabilità importanti in famiglia. In casi come questo è quasi naturale continuare a rimuginare in cerca di una soluzione, anzi è quando si potrebbe essere tranquilli e si avrebbe modo di rilassarsi per qualche ora che i pensieri si fanno più forti.
E in una società come quella di oggi sono tante le persone che affermano di dormire poco o addirittura di svegliarsi frequentemente nel corso della notte. Questo, inevitabilmente, si ripercuote sul fisico e può rendere difficile affrontare la giornata successiva. E’ con il trascorrere delle ore, infatti, che la stanchezza diventa più forte e ci si sente spossati e deboli.
L’insonnia raramente però è l’unico sintomo riscontrato. A volte è accompagnata da bruciori di stomaco, mal di testa, calo dell’umore e ansia. Anzi, alcuni segnalano anche di soffrire della sindrome chiamata delle “gambe senza riposo”: quando ci si mette a letto si è più irrequieti e non si riesce a distendere gli arti, al punto tale da avere la necessità di alzarsi pochi minuti dopo.
Se si dorme poco per un periodo prolungato non si dovrebbe sottovalutare il problema, ma parlarne con il proprio medico. Insieme sarà possibile individuarne la causa e trovare una possibile soluzione. In alcuni casi una terapia con uno specialista può essere utile, ma a volte anche questo può non bastare.
A volte i disturbi del sonno possono essere legati anche ad altro e meritano un approfondimento clinico. E’ il caso ad esempio dei problemi alla tiroide e dell’ipertensione arteriosa.
I risultati di una ricerca effettuata recentemente dal Pennsylvania State University College of Medicine di Hershey ha messo in evidenza un dato ancora più preccupante. Chi riesce a dormire almeno sei ore a notte ha meno rischi di sviluppare malattie cardiache, che possono poi peggiorare con il passare degli anni.
I problemi possono poi diventare più gravi in chi è costretto in alcune settimane del mese a lavorare di notte e quindi ad alterare periodicamente il ritmo sonno-veglia. Questi possono essere comunque compensati cercando di non ridurre il numero di ore di sonno necessarie, oltre che facendo regolare attività fisica (può bastare una mezz’ora di camminata) e avendo una dieta il più possibile equilibrata.
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