Sono tante le persone che in casa scelgono di usare, soprattutto per comodità, l’acqua in bottiglia. Attenzione, però, questa ha una scadenza.
Acqua in bottiglia o dal depuratore? Le persone a riguardo si dividono soprattutto in due categorie, anche se la maggior parte degli italiani sembra essere ancora tradizionalista e punta soprattutto sulla prima, acquistabile al supermercato. L’unico svantaggio in questo caso sembra essere dato dai pesi da dover trasportare, ma è sempre possibile chiedere un aiuto sul posto.
L’idea di installare un depuratore nella propria abitazione, invece, non sembra piacere a molti, in modo particolare perché si pensa di dover sostenere una spesa non così leggera. Non solo, c’è chi ha delle preferenze a livello di marchio e non ha intenzione di abbandonarle.
Acqua in bottiglia: sceglierla bene è importante
Sul mercato, come sa bene chi fa solitamente a fare la spesa, sono disponibili diverse acque in bottiglia. Pensare che siano uguali è però sbagliato, ognuna ha delle caratteristiche distintive che è bene conoscere per non sbagliare la scelta.
In genere i “profani” fanno distinzione solo tra acqua gassata o frizzante, a seconda della presenza o meno di anidride carbonica, e tra acqua di rubinetto e acque minerali. L’acqua frizzante, però, può essere consigliata solo dopo un pasto abbondante perché facilita la digestione, mentre a lungo andare non è l’ideale per la presenza eccessiva di gas, che porta a dilatare le pareti gastriche.
Alcuni optano comunque per l’acqua del rubinetto perchè la ritengono ecosostenibile, ma per esserlo davvero sarebbe fondamentale si dovrebbero verificare le caratteristiche chimiche ed organolettiche che dipendono dall’acquedotto. Non si dovrebbe quindi bere senza un controllo preliminare.
Attenzione alla scadenza
Non tutti lo sanno, ma sarebbe bene non bere l’acqua in bottiglia senza avere controllato un aspetto ben preciso. Anche questa, come gli altri alimenti che finiscono sulla nostra tavola, sembra avere una data di scadenza, indicata sull’etichetta. Osservandola, infatti, si troverà la dicitura “Da consumarsi preferibilmente entro”.
In realtà, la scadenza non si riferisce all’acqua vera e propria, bensì alle bottiglie, ovvero alla confezione. Se l’acqua non viene imbottigliata nella maniera migliore, questa può risultare alterata e differente rispetto alla sua origine.
Sul tappo o sulle bottiglie di plastica o di vetro è presente il TMC, ovvero il Termine Minimo di Conservazione. Quello che differenzia il TMC (“Da consumarsi preferibilmente entro la data”) dalla data di scadenza (“Da consumarsi entro la data”) è quel “preferibilmente” presente nel primo ma non nel secondo caso, e sta ad indicare entro quando è possibile consumare l’acqua. Le caratteristiche chimico-fisiche e organolettiche riescono comunque a essere conservate nonostante possa esserci una cattiva conservazione da parte dell’uomo.
C’è comunque una periodicità a cui si dovrebbe fare riferimento. L’acqua minerale in bottiglia dovrebbe essere consumata preferibilmente entro 3 anni dalla data di imbottigliamento, se si tratta di vetro, o entro 1 o 2 anni, se in plastica.
Anche a casa è possibile fare qualcosa di tangibile. L’ideale sarebbe conservare le bottiglie in luogo fresco e asciutto, perché sono molto sensibili all’umidità, oltre che n un luogo pulito e senza odori, in particolare lontano da idrocarburi, detersivi o altre sostanze che potrebbero in qualche modo contaminarle. Attenzione inoltre a tenerle lontane da luci e fonti di calore e a non congelarle, anche se molti lo fanno in estate. Il ghiaccio altera la composizione.