Secondo una ricerca dell’OCSE il 70% degli italiani non capisce ciò che sta leggendo: il motivo di questo lo spiega Umberto Galimberti.
Quella della difficoltà di comprensione di un testo scritto è una questione che l’OCSE evidenzia già da diverso tempo. Grazie all’obbligo dell’istruzione sino al conseguimento del diploma, infatti, in Italia abbiamo abbattuto quasi del tutto l’analfabetismo strutturale, ma questo è solo un primo passo verso un’istruzione completa della società. Concluse le scuole dell’obbligo, spesso le persone smettono di formarsi e perdono la capacità di comprensione di un testo scritto, degradando in questo modo le competenze acquisite nel corso degli anni di studio.
Un problema quello delle capacità di comprensione degli adulti che non riguarda solo l’Italia, ma che purtroppo vede il nostro Paese in fondo alla classifica. Nello studio la capacità di comprensione degli adulti è stata suddivisa in tre livelli, da uno studio effettuato nel 2012 è emerso che in Italia il 28% non è in grado di superare il livello 1 di comprensione del testo. Un dato preoccupante se si pensa che la media mondiale è inferiore al 15%.
Negli studi più recenti dell’OCSE si legge inoltre che il 10% degli studenti ha difficoltà di comprensione del testo. Una statistica che impone una riflessione ma che va contro le fake news che vorrebbero gli studenti odierni incapaci di comprensione del testo per percentuali ben più alte e addirittura al 70%. C’è un pizzico di confusione dunque su quelle che siano le percentuali reali di questo fenomeno, ma sappiamo che è comunque molto diffuso.
Gli italiani hanno difficoltà nella comprensione del testo: il fenomeno dell’analfabetismo funzionale
I dati più recenti riguardanti tutta la popolazione italiana indicano che 3 persone su 4 hanno difficoltà nel comprendere e fare proprio un concetto dopo averlo letto. In un articolo de ‘La Stampa’ si legge che tradotto in percentuali lo studio indicherebbe che circa l’80% delle persone non sarebbe in grado di comprendere la realtà in cui vive e la complessità dei fenomeni sociali che si verificano.
In breve, dunque, gran parte della popolazione italiana sarebbe affetta da analfabetismo funzionale. Ciò significa che sebbene abbia le competenze per leggere un testo e fare dei calcoli, dunque non possa essere considerata analfabeta nel senso originario del termine, non ha acquisito la capacità di comprendere ciò che legge.
Di questo fenomeno ha parlato anche il filosofo Umberto Galimberti nel corso di un’intervista rilasciata a Fabio Volo durante il programma ‘Il Volo del Mattino’. Galimberti cita gli studi dell’OCSE e spiega che parte della responsabilità è nella strutturazione dell’educazione e dell’istruzione dei bambini. L’aver sostituito le parole con immagini o semplicemente l’aver associato alle parole le immagini corrispondenti ha tolto ai bambini la capacità di condificare il testo scritto.
Il filosofo spiega che prima un bambino si trovava di fronte ad una parola e doveva associarla mentalmente a ciò che significava, oggi questo processo di codifica è stato annullato dalle immagini. Chiaramente l‘analfabetismo funzionale è causato anche da altri fattori, come il basso livello di scolarizzazione (il 25% degli italiani non ha un titolo di studio superiore a quello elementare), la mancanza di corsi di formazione in ambito lavorativo, ma anche di tempo e voglia per le attività culturali fuori dall’ambito scolastico.
