Da quanto si apprende, il governo intenderebbe sdoppiare il vecchio reddito di cittadinanza. Ecco in che modo
Il governo starebbe lavorando alla riforma del reddito di cittadinanza. È quanto riporta Il Messaggero, e le modifiche saranno oggetto di un tavolo del prossimo Cdm.In sostanza, l’ipotesi è che ci sia uno sdoppiamento del beneficio in Garanzia per l’inclusione e per l’attivazione lavorativa.
Si tratta di due diversi provvedimenti ideati per dare un aiuto a tutti per inserirsi nel mondo del lavoro. Ci sono anche incentivi per chi offre lavoro. Da quanto si apprende, il reddito diventerebbe Garanzia per l’inclusione, come detto, e i beneficiari sarebbero in particolare famiglie con disabile a carico, minori o una persona over 60.
Per poter usufruire del nuovo reddito, sarà importante presentare un ISEE che non potrà superare i 7.200 euro, e un reddito di famiglia che non va oltre i 6000 euro. Non sarà possibile avere un patrimonio immobiliare a fini Imu di più di 150 mila euro, tranne la prima casa né conti in banca che superano 10.000 euro.
Il reddito che sarebbe erogato ai non occupabili si attesterebbe sui 6 mila euro l’anno, quindi un 500 euro al mese. Questa somma si moltiplica per 0.4 per ogni membro della famiglia disabile o over 60 o per 0.15 per figli con meno di 3 anni e 0,10 per gli altri.
Alle suddette somme saranno anche aggiunti 3360 euro per pagare l’affitto. L’assegno sarà versato per 18 mesi, ci sarebbe poi un mese di stop e poi i versamenti riprenderebbero. A pagare il beneficio sarà l’Inps, tramite la Carta di inclusione.
Con essa si potranno eseguire prelievi contanti che non dovranno andare oltre i 100 euro al mese. Chi può lavorare si dovrà iscrivere al Sistema informativo per inclusione sociale e lavorativa, un sito che sarà creato dal ministero e su cui ci saranno offerte di lavoro e formazione.
Se dovessero esserci furbetti in merito al nuovo reddito, sarà prevista la prigione da 2 a 6 anni. Anche i datori di lavoro che decideranno di assumere chi percepirà la Garanzia per l’inclusione con un contratto a tempo indeterminato, full time o part time, o apprendistato, potrà per max 2 anni, essere esentato dal versare il 100% dei contributi previdenziali totali a carico di lavoratori e datori di lavoro.
Oltre a questa garanzia, ci sarà pure la Garanzia per l’attivazione lavorativa. Essa consisterà, dal 1° gennaio 2024, per chi ha tra 18 e 59 anni, ed è in condizioni di totale povertà, con un Isee che non oltrepassa i 6 mila euro l’anno, in un aiuto di 350 euro al mese, per un anno, e non potrà essere rinnovato. Se nello stesso nucleo familiare lo chiede anche un’altra persona, quest’ultimo avrà 175 euro al mese.
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