La morte della Terra è un evento inevitabile che prima o poi avrà luogo, ed uno scienziato ha simulato la sua fine. Cosa ha fatto?
Prevedere la morte del nostro pianeta è l’impresa più ardua che si possa fare, anche perché le condizioni in cui verte attualmente e le informazioni di cui siamo in possesso non sono indice di preoccupazione. Certo, non possiamo non dire che l’inquinamento globale stia aumentando, ma non siamo ancora in un livello così tanto disastroso da preoccuparci tutti i giorni. Molti, però, consigliano di fare attenzione ai dati statistici in ogni caso.
Ha preso alla lettera questa frase Stephen Kane, ossia un professore di astronomia e astrofisica planetaria della University of California, che non ha mai compreso a pieno la struttura del sistema solare ed il modo con cui tutti i pianeti – inclusa la Terra – gli girano attorno. Secondo lui è una complessità piuttosto fragile, dettata forse da un equilibrio instabile che non potrebbe reggere per sempre: ritiene che sia un dato di fatto la sua opinione.
Ma dal momento che non è stato facile comprenderlo, ha deciso di sviluppare un vero e proprio simulatore virtuale con cui eseguire dei test, cercando di comprendere che cosa succederebbe se avvenissero delle variazioni non calcolate dagli astronomi. Si è limitato semplicemente ad aggiungere una zona che tecnicamente non esiste, tentando di comprendere la reazione del sistema solare alla sua introduzione. Cosa è successo?
Tanto per cominciare è arrivato a comprendere che non ci sia nulla di perfetto in quello che lui pensa che sia una sorta di unione planetaria, arrivando a comprendere che vi siano grosse differenze e che dei nuovi debutti destabilizzerebbero tutti i pianeti: “In altri sistemi stellari ci sono molti pianeti con masse in quel divario. Li chiamiamo Super-Terre. Gli scienziati planetari spesso desiderano che ci sia qualcosa tra questi due pianeti. Sembra una proprietà immobiliare sprecata“. Per provare la sua teoria, però, aveva bisogno di prove.
Così ha deciso di aggiungere una Super-Terra, cioè un pianeta simile al nostro ma più grande, in maniera tale da cambiare l’ordine delle orbite e degli equilibri gravitazionali, ottenendo un risultato diverso da quello che immaginava ci fosse: “Questo pianeta immaginario dà una spinta a Giove che è appena sufficiente per destabilizzare tutto il resto. Nonostante molti astronomi abbiano desiderato questo pianeta in più, è un bene che non lo abbiamo“. In altre parole nulla dovrebbe cambiare al fine di mantenere l’ordine del sistema solare, e dato che sia una simulazione per fortuna non accadrà mai.
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