Durante la pandemia da COVID-19 lo smartworking è diventato lo strumento ottimale per continuare a lavorare. Ma cosa succede adesso?
Il lavoro da remoto è diventato di uso comune durante il periodo di pandemia dovuta al COVID-19. Molte aziende hanno utilizzato lo strumento dello smartworking per salvare milioni di posti di lavoro e per evitare una crisi disastrosa. Lo stato di emergenza è ormai cessato a livello mondiale, ma alcuni utilizzando ancora il lavoro da remoto.
Molte aziende, difatti, hanno ormai integrato in maniera definitiva il lavoro da remoto per i propri dipendenti. Le opzioni miste sono le più gradite dal personale che, oltre al lavoro in presenza, adesso ha modo di alternare lavorando durante la settimana da casa. Questa opzione è stata scelta anche da una nota azienda a livello mondiale.
I rischi per chi non accetta questa condizione
Nonostante questa scelta, Andy Jessy, CEO di Amazon, non gradisce che i suoi dipendenti lavorino sempre da casa. La politica avanzata da Amazon sembra molto chiara: ogni dipendente deve presentarsi in presenza in sede di lavoro almeno tre volte a settimana. Il contratto lo prevede come comportamento obbligatorio.
Non tutti i dipendenti del colosso dell’e-commerce sono d’accordo con la dichiarazione del CEO Andy Jessy. Eppure gli headquartes di Amazon sono chiari: chi non accetta questa condizione si troverà di fronte a complicazioni del proprio contratto. Molti dipendenti, infatti, nonostante le dichiarazioni, continuano a non rispettare i giorni di lavoro in presenza.
I dipendenti di Amazon hanno richiesto all’azienda i dati che giustificano questa decisione. Amazon ha dichiarato ai microfoni della CNN, che la decisione è stata presa a seguito di valutazioni e risultati aziendali sull’andamento delle vendite. Inoltre, Amazon ricorda che il lavoro da remoto è stato una misura necessaria durante la pandemia da COVID-19.
Attualmente, terminato lo stato di emergenza mondiale, l’azienda non utilizzerà più principalmente lo smartworking. Amazon sostiene che il personale sia stato avvertito con largo anticipo del cambiamento imminente e poi del ritorno alla situazione primaria al termine della pandemia.
La situazione di caos sembra stia perdurando all’interno degli uffici di Amazon. Nel maggio 2023 i dipendenti dell’azienda hanno scioperato e hanno denunciato la scarsa flessibilità dell’azienda a concedere giornate di lavoro da remoto in situazione di necessità dei singoli dipendenti.
Dai piani alti del colosso dell’e-commerce, continua la preoccupazione nei confronti del comportamento e delle lamentele dei dipendenti. Nonostante il volere comune sia quello di mantenere la situazione attuale, il CEO Andy Jessy si è dimostrato attento nei confronti degli scioperi dei dipendenti e ha dichiarato di volere risolvere al più presto la situazione.