l’Assegno Unico è una misura che sta funzionando molto bene, eppure ci sono ancora alcune criticità e molti lo perderanno. Scopriamo i dettagli.
I nuclei familiari con figli sanno benissimo quanti soldi servano per crescerli. L’Assegno Unico in questo senso è stata una rivoluzione molto positiva poiché ha unificato in un’unica erogazione mensile tutti i benefit previsti per le famiglie.
Diversamente da altri sussidi, l’Assegno Unico è destinato a chiunque abbia dei figli, indipendentemente dal reddito. Per ovviare alle eventuali “ingiustizie sociali”, sono stati fatti dei calcoli e previste degli scaglioni. Chi guadagna meno, in sostanza, riceve un contributo più alto. Inoltre se in famiglia ci sono minorenni/maggiorenni disabili la cifra sale ancora.
Un messaggio divulgato dall’INPS, però, sta mettendo in allarme i cittadini: secondo quanto deciso, già dal prossimo autunno molte famiglie potrebbero vedersi chiedere indietro i soldi, o ricevere solo la quota minima di Assegno Unico.
Non è la prima volta che i cittadini italiani vedono effettuare ricalcoli sulla cifra spettante. A volte qualcuno ci ha “guadagnato” e si è visto riconoscere un aumento, ma con l’ultima decisione INPS la situazione potrebbe ribaltarsi completamente.
Arrivati oltre la metà dell’anno i nuclei familiari hanno ricevuto quanto calcolato ma l’istituto di previdenza ha comunicato che farà accertamenti. Chi non ha l’ISEE in regola entro la fine di agosto – per irregolarità, omissioni o errori – vedrà ridurre l’importo mensile alla soglia minima.
Ciò che ha destabilizzato la cittadinanza è che c’è poco tempo per correggere l’ISEE. In agosto molti sono in ferie, così come gli operatori dei centri fiscali di assistenza e sappiamo che le tempistiche per elaborare il documento sono un po’ lunghe.
Dopo numerose critiche ricevute, l’INPS ci ha ripensato, ma il fatto rimane: entro la fine del 2023 le famiglie dovranno controllare il proprio ISEE e se necessario aggiornarlo correttamente. Solo in questo modo potranno continuare a ricevere la cifra mensile spettante.
Più in particolare, l’INPS ha comunicato che le documentazioni corrette dovranno risultare tali entro il 30 novembre 2023. Se però entro il prossimo 31 ottobre chi deve sanare l’ISEE non avrà provveduto, dal 1 novembre prenderà la cifra minima prevista per ogni figlio. Se l’ISEE non verrà aggiornato alla data del 31 dicembre 2023 i cittadini potrebbero essere chiamati a restituire i soldi ricevuti in eccesso.
Chi invece riuscirà a elaborare la corretta documentazione e nel frattempo avrà ricevuto meno soldi, otterrà un conguaglio direttamente dall’INPS nei mesi successivi. Sicuramente è una “bega” da risolvere in fretta, per evitare guai o disagi con l’Assegno Unico. Benefit che per fortuna, secondo le ultime indiscrezioni, potrebbe essere aumentato proprio dal 2024, grazie all’adeguamento degli importi al costo della vita.
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