Stomaco e cervello sono strettamente collegati. Un esperimento ne testimonia la connessione confermando ciò che si è sempre sospettato.
Le prove di un collegamento tra stomaco e cervello aumentano sempre di più. L’ultimo esperimento è molto interessante e curioso. Lo stomaco riveste un’importanza fondamentale all’interno del nostro organismo. Si può considerare come il secondo cervello e se ha problemi tutto il corpo ne risentirà
Già si sapeva nell’800 e da allora sempre più prove sono state accumulate a testimonianza della connessione. Si tratta di una comunicazione composta da segnali biochimici diretti e profondi, più di quanto potremmo mai immaginare. Un filo diretto tra mente e corpo che è stato chiamato psicobioma e provato da un nuovo esperimento effettuato dagli scienziati di Tulsa. I volontari, adulti e in salute, hanno deglutito una capsula vibrante. A quale scopo?
Una volta ingerita la capsula vibrante questa è arrivata all’addome e poi è stata attivata. Lo scopo era di misurare se e in quale modo il cervello rispondesse alla stimolazione gastrointestinale. La ricerca ha preso in esame due tipi di stimolazione ossia normale e avanzata.
La stimolazione avanzata è stata rilevata a livello addominale in modo più rapido e accurato dai volontari della ricerca. Il tempo di reazione è stato inferiore a testimonianza – secondo i ricercatori – dell’utilità di questo approccio nello studio in questione.
I risultati dell’indagine hanno riportato come esista un potenziale gastrico evocato, un’attivazione neuronale in alcune aree del cervello come risposta diretta alla stimolazione della capsula. Tale attivazione è risultata proporzionale per intensità alla stimolazione e correlata alla percezione della stimolazione dei volontari.
Tante stimolazioni sono state individuate in segmenti gastroduodenali del tratto digestivo. Si tratta della scoperta che conferma la connessione tra cervello e intestino. Le implicazioni cliniche dei risultati raggiunti sono considerevoli. Si potrebbero cambiare gli approcci alla cura dei disturbi causati dalle interazioni stomaco/cervello come la sindrome dell’intestino irritabile, la dispepsia funzionale e altri disturbi alimentari. La scienza potrà ideare strumenti per valutare le sensazioni intestinali e arrivare a sviluppare trattamenti personalizzati ed efficaci.
In conclusione arriva la conferma di una connessione già riconosciuta da tempo. Il microbioma dell’intestino può influenzare l’attività del cervello in modo diretto e pesantemente. Le sostanze che vengono prodotte dai microbi, infatti, entrano in circolo nei vasi sanguigni e raggiungono il cervello stimolando il nervo vago, attivando le cellule micro-endocrine e inviando ormoni a spasso per il corpo.
In più influenzano le cellule del sistema immunitario e innescano stati di infiammazione che possono arrivare anche al cervello. Un filo chiamato psicobioma, come detto, che potrebbe essere utilizzato per migliorare il benessere mente-corpo.
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