La domanda non è così semplice, anzi. Noi oggi ti daremo tutti gli strumenti per capire le differenze, ma fai attenzione.
Si sa che essere egoisti sta a significare agire solo per il proprio bene ma anche l’altruismo può celare gli stessi intenti. Occhio quindi a chi è particolarmente generoso poiché dietro il suo atteggiamento si possono nascondere intenzioni ben lontane da ciò che ci vuol far credere.
Nell’immaginario comune essere altruisti fa parte del bene e essere egoisti fa parte del male. Ma siamo sicuri che questa distinzione sia così netta? Ci sono delle sfaccettature in queste due macro categorie che forse non emergono abbastanza. Capita infatti che i due concetti si mischino. Qualcuno di estremamente egoista, magari, risulta poi risolutivo con quel raro atto di generosità fatto però nel momento giusto. Come chi, invece, professa altruismo solo per avere un ritorno di stima che elevi il suo ego.
Egoismo sano: amare se stessi prima di poter dare agli altri.
Non è forse vero che regala soddisfazioni saper di essere stati d’aiuto a qualcuno e automaticamente ci sentiamo più importanti? Quindi per chi si agisce? Dove sta la giusta misura per non risultare o totalmente un Grinch o un finto Superman al servizio dell’umanità. La risposta sta, come spesso accade, nel mezzo.
Con l’egoismo si definiscono tutte quelle persone che agiscono a vantaggio solo dei propri interessi senza curarsi di chi gli sta intorno. Prima ci sono loro in ogni circostanza; i problemi dell’egoista sono più gravi, a suo dire, di quelli degli altri quindi maggiormente degli di nota. Gli altri sono un contorno da interpellare a suo vantaggio e a seconda dei suoi interessi di quel momento.
Ma di questo modo di essere c’è anche un’altra faccia. Si parla, infatti, di egoismo sano. Mettere dei confini che possono darci una vita più sana. Qualche no in più detto, non farsi inglobare troppo dai problemi altrui, prendere le distanze da certe dinamiche distruttive e pensare fermamente con la propria testa scaturisce magari qualche inimicizie, ma a lungo andare giova alla propria salute mentale. Proteggere se stessi la maggior parte delle volte significa proteggere anche gli altri poiché intorno a sé si costruisce un ambiente sano.
Anche l’altruismo a volte nasconde delle insidie. Alcune persone infatti sentono la necessità di farsi notare particolarmente utili per poi pretendere magari inconsciamente un riconoscimento di tipo esemplare. Si sa che il troppo stroppia e in alcuni casi questo genere di atteggiamento stucchevole ha solo l’intento di riportare l’attenzione su di sé.
Ovviamente non sempre, ma non ci si deve preoccupare se si è attratti, un po’ egoisticamente, nell’essere altruista, il tutto è nascosto da un velo di normalità. Chi si professa altruista a tutti gli effetti, a volte cade nella trappola di essere presente e risolutivo nei bisogni altrui per distrarsi dai propri di bisogni, dando molte volte agli altri ciò di cui ha bisogno per salvare se stesso.
Ma come non inciampare in questo estremismo? Prima cosa disfarsi dall’etichettarsi di essere o uno o l’altro. Si possono realizzare i bisogni sia nostri che degli altri lavorando prima alla propria realizzazione e poi, grazie alla propria esperienza, solo allora si può dare un contributo concreto nell’arricchimento del prossimo.
Siamo esseri che vivono in una società in cui le interazioni sono alla base di tutto. Per questo la consapevolezza di essere prima un “io” in mezzo ad un “noi” può fare davvero la differenza.
Forse una ricetta vera e propria non c’è, ma con gli stessi ingredienti si può arrivare ad un risultato migliore. Come, per esempio, concepire alla fine l’altruismo come una forma d’amore incondizionata per gli altri preceduta prima categoricamente da un egoismo come forma d’ amore per se stessi.