Se nel 2022 hai pagato più tasse di quelle che dovevi, puoi chiedere un rimborso col modello 730. Ma ci sono limiti precisi al riguardo.
Con il via alla stagione reddituale 2023, i contribuenti devono prepararsi alla compilazione del modello 730 presto disponibile per dichiarare redditi e detrarre spese dell’anno 2022. In tale occasione alcuni potranno richiedere un rimborso per eventuali oneri fiscali in eccedenza sostenuti lo scorso anno, ma è necessario conoscere i limiti e le regole sulla questione.
L’Agenzia delle Entrate segue infatti dei criteri ben precisi per stabilire a quanto ammontano gli eventuali risarcimenti. Esiste un tetto massimo di detrazione da poter inserire nella dichiarazione reddituale per ogni categoria di spesa. Nel caso di un figlio che va a scuola, ad esempio, la somma massima che si può scaricare è di 800 euro. Ciò vuol dire che è possibile recuperare al massimo 152 euro nonostante le spese scolastiche prevedano una detrazione del 19%. Quand’anche per il figlio si sia sostenuta una spesa di 1000 euro, la cifra da recuperare non sarà 190 euro (non va quindi calcolato il 19% di 1000).
La possibilità dei rimborsi è destinata ai pensionati e ai lavoratori dipendenti che ogni mese subiscono trattenute dal datore di lavoro o dall’INPS e dei redditi che il sostituto di imposta eroga loro, questi trattiene l’Irpef e le addizionali all’Irpef. Per il resto dei redditi, i contribuenti pagheranno altre tasse.
Rimborsi Modello 730: come ottenerli e cosa sapere
Nel caso di spese pagate in eccedenza da chi ha un sostituto di imposta, il Fisco le rimborserà tramite cedolino di pensione ad agosto o in busta paga a partire da luglio. Coloro che invece utilizzano il 730 senza sostituto, quelli che non hanno un datore di lavoro o chi sceglie il modello Redditi PF, da dicembre in poi ricevono il rimborso dall’Agenzia delle Entrate sul conto corrente o con bonifico domiciliato.
Oltre a fare attenzione ai tetti massimi di detrazione di cui si parlava prima, c’è anche il dato della capienza fiscale di cui tenere conto. È possibile che nella dichiarazione dei redditi ci sia un credito risultato dal calcolo dell’imposta versata a confronto di quella che in realtà si doveva pagare, ma il rimborso può essere richiesto solo se si sono versate tutte le tasse. È necessario quindi controllare le Certificazioni Uniche (CU) e precisamente i punti da 21 a 29, dove si trovano le voci delle ritenute Irpef e delle addizionali. Proprio lì sono riportati tutti le cifre che il sostituto di imposta ha trattenuto l’anno precedente e a cui il lavoratore o il pensionato con conguaglio a credito ha diritto.
In conclusione e tornando all’esempio precedente, sebbene la detrazione prevista per una determinata spesa sia del 19%, la somma recuperabile verrà quantificata sempre in base alle ritenute Irpef e alle addizionali.