La notizia ha subito fatto il giro del web: sequestrate ben 7 tonnellate di pesto Giovanni Rana a Genova: ecco perché.
Da decenni Giovanni Rana è sinonimo di cibo italiano al 100% nel mondo. Ecco perché sta facendo molto rumore la notizia del sequestro a Genova di oltre 7 tonnellate di pesto con il logo del colosso dell’alimentazione. Secondo le autorità il prodotto non sarebbe realmente “made in Italy”.
E così, ferme alla Dogana del porto di Genova ci sono quasi 800 barili di prodotto proveniente dallo stabilimento Rana di Chicago e che avrebbe dovuto essere venduto in una grande catena di discount come pesto Dop. Il sospetto dei controllori è che siano state violate le normativa comunitarie.
Il carico in questione viene precisamente da Bartlett, sobborgo industriale di Chicago. Nella metropoli americana c’è uno stabilimento Rana dal 2012. Ma la destinazione è in provincia di Verona, a San Giovanni Lupatolo, dove avviene il travaso nei barattoli che appariranno poi sugli scaffali della catena Costco, in Francia e Spagna. Quel che non convince le autorità italiane è l’etichetta dei vasetti incriminati, dove si legge “Basil Pesto, 100% Imported italian basil Dop – Genovese Basil”.
La dicitura in questione, infatti, non rispetterebbe le severissime norme europee sulla provenienza dei prodotti alimentari. È a quanto pare il solito vecchio discorso dei nomi “evocativi” capaci di ammantare il prodotto di un’italianità che nella sostanza non c’è. Una tecnica di marketing che si gioca sul filo del rasoio. E che viene adottata anche da molte marche di cibi etnici: dalle birre “tedesche” ai tacos “messicani” prodotti in realtà in stabilimenti lontanissimi dai rispettivi paesi d’origine.
Intanto però gli avvocati di Rana non sono rimasti con le mani in mano: hanno immediatamente contestato la decisione di bloccare le 7 tonnellate di pesto in porto, lamentando che l’addebito in base al quale le autorità hanno fermato la merce non sia affatto chiaro. Nello specifico, non si capirebbe la ragione per cui è stato bloccato il carico di prodotto in oggetto e non altri, tanto più che lo stabilimento Rana di Chicago è operativo da oltre dieci anni. L’azienda ha dunque fatto ricorso al Tar Liguria.
Nella nota ufficiale della dogana, d’altro canto, si specifica che il regolamento europeo violato è il numero 625/2017, il quale aggiorna una serie di precedenti norme sui controlli di vari prodotti, tra cui quelli alimentari. La palla passa ora ai giudici.Non ci resta che attendere nuovi aggiornamenti sul caso
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