Giampaolo Di Marco ha espresso opinioni non proprio esaltanti sulla Riforma della Giustizia proposta dal governo Meloni. Le sue parole.
Lui è un avvocato civilista del foro di Vasto, eletto da poco Segretario Generale dell’Associazione Nazionale Forense (ANF). In base alla sua esperienza, Di Marco ha parlato al portale Notizie.com della nuova Riforma della Giustizia proposta dal governo, esprimendo alcuni dubbi, ma facendo un discorso molto ampio e complesso. L’avvocato ha fatto un plauso al Ministro della Giustizia per aver sottolineato quanto sia importante la lotta alle mafie e al terrorismo, ma ha chiesto anche di accelerare sul decreto sulle intercettazioni.
Secondo il segretario dell’ANF, “la lotta ai fenomeni criminali parte anche dalla giustizia”. L’avvocato ha evidenziato anche l’esistenza di problemi importanti anche in altre aree, altrettanto meritevoli di attenzione e di interventi urgenti. Ecco gli estratti più importanti dell’intervista in esclusiva concessa a Notizie.com dall’avvocato Di Marco.
Di Marco sulla Riforma della Giustizia: “Mettere il cittadino al centro della giurisdizione”
Giampaolo Di Marco ha parlato in esclusiva a Notizie.com e ha detto la sua opinione sulla Riforma della Giustizia, fortemente voluta dal ministro Nordio. Di Marco ha dichiarato che le riforme del processo civile e penale difficilmente riusciranno ad essere così efficaci come l’Europa ha chiesto al nostro governo: “È necessario aprire una riflessione e non pensare alla giustizia solo in termini di numeri pensando al 2026. Il cittadino deve stare al centro della giurisdizione e con esso le avvocature”.
Il segretario dell’ANF ha fatto un plauso alla digitalizzazione della giustizia, ma non è d’accordo sull’allontanamento degli avvocati dai tribunali: “Con un organico sguarnito, bisogna chiedersi che giustizia vogliamo”. Sulla riforma Nordio, Di Marco ha espresso dei dubbi sul fatto che l’incremento dei numeri dei magistrati potrebbe avere dei tempi piuttosto lunghi. Secondo l’avvocato, potrebbero arrivare dei nuovi magistrati soltanto nel 2026.
Di Marco ritiene che la digitalizzazione non possa rappresentare l’unico strumento per rendere più agevole il lavoro dei magistrati e per trasformare la giustizia in una macchina più veloce.
Secondo lui è necessario incrementare il numero dei magistrati in tempi più brevi rispetto a quelli previsti dalla riforma proposta dal ministro Carlo Nordio. Di Marco spinge per una riforma che sia più in linea con le richieste fatte negli ultimi anni dall’Unione Europea.