Dieta Gasp: realizzata dalla dottoressa Natasha Cambpell-McBride per aiutare chi ha problemi psichiatrici e sindrome da intestino permeabile. Come funziona!
Tra le varie e numerose diete esistenti al mondo, troviamo anche la dieta Gasp, da Gut and Psychologic Syndrome (Sindrome Psico-intestinale), meno nota rispetto a molte altre, ma con il suo bel numero di persone che ne sono affette.
Il termine Gasp è stato coniato dalla dottoressa Natasha Cambpell-McBride, neurologo e nutrizionista, la quale ha generato questo tipo di dieta, specificando che ne possono trarre benefici anche le persone con problemi psichiatrici o neurologici, assumendo o eliminando certi alimenti.
Dieta Gasp: cos’è?
Le basi della Gasp si basano sulla sindrome dell’intestino permeabile, responsabile del passaggio di batteri, agenti patogeni e sostanze chimiche, dannose per l’intestino e per il sangue.
Queste sostanze creano dei danni anche alle funzionalità del cervello, aggravando problematiche come l’autismo o la depressione, e non solo. I principi del regime alimentare Gasp cerca di eliminare, limitare o aggiungere gli alimenti che sono necessari ad un individuo, in modo da contrastare la disbiosi intestinale, da cui hanno origine altre patologie.
A questo punto, sappiamo che ciò che mangiamo può avere conseguenze pesanti nel nostro cervello, che ricadono nella nostra vita, causando malattia psichiatriche e neurologiche. Chi segue la dieta Gasp, afferma che sia utile in presenza di alcune condizioni, come:
- Autismo;
- Disturbo da deficit di attenzione o iperattività (ADHD);
- Schizofrenia;
- Bipolarismo;
- Dislessia;
- Depressione;
- Disturbo ossessivo-compulsivo (DOC);
- Disturbi del comportamento alimentare (DCA);
- Gotta.
Dal momento che, alcuni alimenti possono provocare delle malattia, cos’è consigliabile mangiare in questa dieta? È un regime nutrizionale basato sull’eliminazione di alcuni alimenti come: cereali, carboidrati, soia, zucchero, alimenti trasformati, latticini pastorizzati e verdure amidacee. Sono cibi che aggravano il problema dell’intestino permeabile.
Dieta Gasp: le tre fasi
La dieta Gasp è divisibile per tre fasi: eliminazione, mantenimento e reintroduzione.
La prima fase è la più complessa, che dura dai tre mesi ad un anno, particolarmente difficile da seguire.
- Fase di Eliminazione
Durante questo periodo non si possono assumere carboidrati amidacei, latticini e alimenti raffinati, mentre i cibi consentiti sono:
- Brodo di carne fatto in casa;
- Cibi probiotici;
- Carne e pesce bolliti;
- Verdure cotte;
- Tè allo zenzero;
- Tè alla menta;
- Camomilla con miele crudo;
- Acqua.
- Fase di Mantenimento
La seconda fase, di mantenimento, inizia alla fine della prima e può durare anche due anni. In questo lasso di tempo si devono evitare i carboidrati raffinati, coloranti e conservanti, e possono essere mangiati specifici alimenti:
- Carne, priva di ormoni;
- Grassi di origine animale;
- Pesce e molluschi;
- Uova, ovviamente biologiche, poiché tutti gli alimenti bio sono preferibili;
- Cibi fermentati, come il kefir o i crauti;
- Verdure cotte.
- Fase di Reintroduzione
In questa terza ed ultima fase, dopo aver passato due anni nel mantenimento, si possono reintrodurre gli alimenti, ma solo in modo graduale, includendo anche integratori alimentari, come probiotici, enzimi digestivi e olio di fegato di merluzzo.
Molte persone che hanno seguito la dieta Gasp, hanno notato dei miglioramenti riguardo la loro problematica all’intestino. Tuttavia, le opinioni di medici e scienziati sono diverse e contrastanti, poiché si tratta di una dieta a lungo termine, difficile da seguire a causa, proprio, delle numerose limitazioni restrittive.
Inoltre, alcuni fanno notare che l’eliminazione di alimenti può portare a carenze nutrizionali, specialmente con una durata di tempo così lunga, tantoché sarebbe ancora più problematico verso le persone cui è rivolta questa dieta.
La scienza non ha mai confermato che i benefici della dieta riescano a migliorare le condizioni di autismo, depressione, schizofrenia e le altre patologie. Come siamo soliti fare, consigliamo di contattare un medico e di non intraprendere il percorso di dieta in solitudine, poiché si rischia di recare danni al corpo e alla mente.