Giro di vite di Governo e Federazione contro l’antisemitismo: potranno anche essere interrotte le partite
Alla fine, è dovuto intervenire il Governo. Una decisione d’imperio che, sebbene vada a incidere su un tema molto sentito e unanimemente sostenuto, come la lotta all’antisemitismo, non trova tutti i tifosi d’accordo. Qualcuno lo considera un provvedimento un po’ esagerato e buonista.
Proprio in queste ore, infatti, viene firmata una dichiarazione d’intenti al Viminale tra il ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, il ministro dello Sport, Andrea Abodi e la Federcalcio per la lotta all’antisemitismo.
Il provvedimento fa parte di una serie più ampia di decisioni, che prevedono lo stop alle partite in caso di cori antisemiti. Si tratta di una campagna concordata dal Ministero dell’Interno, quello dello Sport, e la Figc. In particolare, viene stabilito il divieto dell’uso da parte delle tifoserie di simboli che possano richiamare il nazismo, la responsabilizzazione dei tesserati a tenere un linguaggio non discriminatorio in tutte le manifestazioni pubbliche, la definizione delle modalità di interruzione delle partite in caso di episodi di discriminazione.
La decisione contro l’antisemitismo
Il provvedimento, dunque, impone il ritiro della maglia 88 dal campionato italiano di calcio. Nessun giocatore la potrà più indossare. Il numero è utilizzato nei gruppi neonazisti per simbolizzare il saluto Heil Hitler (l’h è l’ottava lettera dell’alfabeto).
In Serie A ad aver terminato la stagione con la maglia 88 sono stati Mario Pasalic dell’Atalanta e Toma Basic della Lazio. Dopo la decisione, piena collaborazione, infatti, è stata espressa dai due club.
Ma il caso più eclatante è addirittura del 2000, allorquando Gigi Buffon, allora giovanissimo portiere del Parma scelse la maglia con il numero 88, scatenando non poche polemiche da parte della comunità ebraica. Buffon, negli anni numero 1 della Juventus e della Nazionale, si distinse anche per la scritta “Boia chi molla sulla maglia”. Un mero incitamento a dare tutto in campo, ma, anche in quel caso, arrivarono le strumentalizzazioni politiche.
“Boia chi molla”, infatti, era lo slogan utilizzato negli anni ’70 durante la Rivolta di Reggio Calabria: una sommossa popolare, nata dopo la decisione di assegnare il capoluogo di regione a Catanzaro, che gli storici considerano animata in larga parte dai gruppi di estrema destra.
Da adesso in poi il calcio si fermerà, quindi, in caso di cori antisemiti e questa maglia non sarà più disponibile. Cosa ne pensate della decisione?