Un recente studio scatena l’allarme sul prodotto più usato in bagno: anche l’igiene intima è in pericolo, la carta igienica contiene sostanze molto pericolose.
L’igiene intima e personale è rappresentata da un elemento imprescindibile, le cui origini risalgono al XIV secolo, la carta igienica. Oggi prodotta a livello industriale, viene realizzata in tantissime varianti di colori, texture e profumazioni. Seppur possa sembrare un oggetto che non merita una scelta così accurata, sono sempre di più i consumatori attenti a selezionare il prodotto preferito tra le varie proposte.
Quello a cui non si presta davvero attenzione però, è invece la composizione di questo particolare tipo di carta, che viene a contatto con zone molto delicate del corpo umano, ma anche e soprattutto con l’ambiente. Un recente studio pubblicato sul Journal enviromental science & technology letters e riportato dal Guardian, ha preso in esame 21 tra i più famosi marchi produttori di carta igienica in Europa occidentale, Africa, Nord America, America centrale e Sud America.
In particolar modo, gli studiosi dell’Università della Florida si sono focalizzati sull’impatto di sostanze chimiche tossiche contenute all’interno di questi prodotti e classificate come PFAS. Si tratta di componenti acidi utilizzati allo scopo di rendere la carta resistente al calore, all’acqua e alle macchie, dunque al processo di degradazione. I loro effetti sono davvero pericolosi.
Gli effetti dei PFAS della carta igienica su corpo e ambiente: scatta l’allarme
Non sono stati rivelati i nomi dei 21 marchi di carta igienica finiti sotto accusa per la presenza delle note sostanze chimiche. Quel che è certo è che l’impatto dei PFAS a livello ambientale è davvero negativo, rendendo la carta utilizzata in bagno una vera e propria fonte di inquinamento. Si tratta di elementi collegati a malattie quali cancro, complicazioni fetali, patologie del fegato, renali e autoimmuni, tuttavia non sono ancora state prese in considerazione le conseguenze sulla salute dell’uomo.
Secondo quanto sottolineato dal Guardian infatti, i PFAS potrebbero essere assorbiti a livello epidermico, ma per il momento non esistono ancora prove certe sul fatto che possano entrare nel corpo durante l’uso della carta igienica. “Vale sicuramente la pena indagare”, ha affermato lo scienziato senior dell’Environmental Working Group, David Andrews, lasciando aperto dunque il dubbio sulla pericolosità delle sostanze.
Il danno maggiore resta quello per la natura, che entra a contatto con i componenti chimici presenti nella carta igienica attraverso gli impianti di depurazione, i quali finiscono a loro volta in fanghi sparsi nei terreni in qualità di fertilizzanti o gettati nei corsi d’acqua. Le indagini sulle sostanze chimiche identificate nelle 21 marche non si fermano qui.