Può una persona avere una casa ma decidere di venderla per vivere in hotel? Scopriamo insieme questa incredibile storia che sembra uscita da un film.
Vivere per sempre in hotel è come stare perennemente in vacanza. Non bisogna occuparsi delle faccende domestiche, cucinare, pagare le bollette e tanto meno preoccuparsi se si rompe un oggetto. Un sogno che in passato tantissimi personaggi che hanno segnato la nostra storia avevano come abitudine.
Basti pensare ad Oscar Wilde, Ernest Hemingway, Julio Camba ed Agatha Christie che vivevano appunto in un hotel. James Joyce soggiornò addirittura in una struttura alberghiera a Trieste ed è proprio in un hotel che incontrava Proust. Naturalmente tutti loro potevano permettersi economicamente di fare questa scelta ma la location dove abitavano forse ha influito sulla loro ispirazione e portato alla nascita di grandi capolavori.
Vivere in hotel, una scelta che paga
Secondo il quotidiano spagnolo El Pais, da dopo la pandemia, alcune grandi catene alberghiere hanno rilanciato la moda di vivere in hotel con offerte mirate. Il costo stimato però è di circa 3 mila euro al mese. Cifre che non tutti possono permettersi ma che fanno risparmiare e fanno sentiti coccolati i clienti. Basti pensare a Coco Chanel che decorò a proprio piacimento la sua stanza al Ritz di Parigi. In fondo quella divenne casa sua.
Anche in Italia, un notaio ha deciso di vendere la sua casa e trasferirsi per sempre in hotel. Una scelta molto controversa ma che rispecchia la natura filantropa di questo uomo di legge che ama anche regalare biglietti per mostre e spettacoli teatrali. Sul social si fa appunto chiamare Mr.Kind per la sua natura di ‘benefattore’.
Sergio Cappelli è un notaio napoletano che ha lasciato la sua casa a Chiaia (quartiere di lusso della città partenopea) per trasferirsi al Majestic, un hotel a quattro stelle in pieno centro. Intervistato da alcuni quotidiani locali, l’uomo ha dichiarato di preferire l’hotel ad una casa. E ci vive da ben sette anni:
“Qui sto benissimo. Quando amici e conoscenti mi spingono a cercare un’altra sistemazione, rispondo sempre di no. Al Majestic mi sveglio contento. Sono accudito e coccolato, ho un ottimo rapporto con tutto il personale, quando torno trovo il portiere di notte per scambiare quattro chiacchiere… So che potrei avere gli stessi servizi in una casa mia, ma qui mi sento un uomo libero“.
Nonostante debba pagare per dormire in hotel, Sergio Cappelli vede in questa scelta un modo per risparmiare: “È anche vero che qui non pago bollette, non devo occuparmi di manutenzione e riparazioni, insomma taglio certi costi“. E voi cosa ne pensate di questa particolare scelta fatta da questo notaio?