Il programma tanto amato e seguito ha avuto dei momenti anche molto particolare. Vediamo insieme a che cosa ci riferiamo.
Vite al limite è un popolare reality show di TLC, in Italia trasmesso sul canale di RealTime, che segue pazienti morbosamente obesi mentre cercano di qualificarsi per la chirurgia dell’obesità. Alcuni ex partecipanti hanno fatto causa ai produttori della serie.
Nello show, i membri del cast cercano di perdere peso, curati dal famoso chirurgo bariatrico, esperto in perdita di peso, Dr. Younan Nowzaradan alias “Dr. Now“. I partecipanti viaggiano a Houston, in Texas, e ricevono piani per la perdita di peso dal Dr. Now, con la possibilità di una futura chirurgia bariatrica.
I pazienti contro Nowzaradan: la verità
La serie è stata creata dal produttore Jonathan Nowzaradan, figlio del Dr. Now, che ha debuttato nel 2012, trasmettendo un totale di 11 stagioni, fino ad oggi. In molti stanno chiamando la serie per la sua gestione problematica , ovvero, lo spettacolo ha mostrato le persone che soddisfano i loro obiettivi, diventando più sani e magri, ma ha anche documentato molti dei pazienti, nei momenti più umilianti.
Questa situazione ha provocato l’ira e la vergogna dei membri del cast, tantoché alcuni hanno rimpianto di aver fatto la serie. Prendiamo l’esempio di James Bonner, paziente di Vite al Limite, nella stagione 6, avrebbe finito il suo periodo nello show, perdendo oltre 100 kg. Tragicamente, James “LB” Bonner è morto suicida nel 2018, all’età di 30 anni.
Dopo la sua morte, la sua famiglia chiamò i produttori di Vite al limite, accusandoli di aver avuto un ruolo nella morte di James. Secondo la famiglia, dopo aver rifiutato di pagare le spese mediche come concordato, i produttori della serie non mostrarono alcuna preoccupazione quando James li contattò per un supporto mentale.
Una persona dello staff dello show ha riferito di aver risposto al grido di aiuto di James con “fingi finché non ce la fai“, secondo Starcasm. Accuse forti, da parte dei genitori del ragazzo, avviando una causa e dichiarando “negligenza”, poiché l’azienda ha regalato false speranze e promesse a James.
Lo hanno anche pressato affinché filmasse quando non era a suo agio o preparato. Inoltre, è stato affermato che non sono riusciti a fornirgli assistenza sanitaria mentale, nonostante i segnali di avvertimento.
Anche la defunta Gina Marie Krasley, di Vite al limite, ha presentato una causa all’inizio del 2020, insieme a Jeanne Covey e Maja Radanovic, tutti della stagione 7. Hanno richiesto denaro a causa dei danni ricevuti dalla compagnia di produzione. Il trio ha chiesto un risarcimento per presunta negligenza dei produttori.
Gli ex membri del cast hanno affermato che i produttori conoscevano i rischi della dieta estrema e non fornivano un adeguato supporto e servizi per la salute mentale. Gina ha anche dichiarato che, al fine di romanzare lo show, i produttori volevano che consumasse grandi quantità di cibo mentre le telecamere la riprendevano.
Anche se l’esito di ogni singola causa non è chiaro, Megalomedia, la società di produzione dietro Vite al limite, è riuscita a far respingere le accuse dal tribunale. Secondo Jackson Walker, lo studio legale che ha difeso Megalomedia, tutti i casi sono stati respinti perché i pazienti, prima di partecipare allo show, hanno firmato rinunce e moduli di responsabilità che proteggevano la casa di produzione.
Anche se i casi sono stati archiviati, coloro che sono morti dopo aver partecipato a Vite al limite, le loro personalità e il loro ricordo non saranno mai dimenticati.